A Rivarolo Mantovano nel 1815 nasce Giuseppe Finzi, figlio di Abramo e Rosa. La sua famiglia è un’importante proprietaria terriera della zona. Il giovane si reca all’università a Milano per studiare ingegneria. Entra nel giro dei giovani patrioti ed è sempre più  attratto dalle loro idee rivoluzionarie e progressiste. Da quel momento, e fino alla sua morte, dedica la vita agli ideali risorgimentali. Partecipa alla lotta di Indipendenza, conosce Mazzini e Garibaldi ed entra nella Carboneria. Ricercato dalla polizia insieme ad altri sette rivarolesi dopo la fallita campagna militare del 1849, è catturato nel 1852 e processato insieme ai Martiri di Belfiore. Condannato a 18 anni è segregato prima nel carcere di Mantova, poi di Mainolda e infine di Theresienstadt, in Boemia. È libero nel 1856 grazie a un’amnistia generale. Torna a Rivarolo dove riprende il suo impegno civile, spesso reso difficile perché guardato con sospetto per la sua origine ebraica. A Canneto, per esempio, un giorno il parroco rifiuta di condurre in piazza una processione dopo aver  saputo che in paese Finzi sta partecipando a una manifestazione patriottica. Ma non sono certamente i pregiudizi antisemiti a fermare Finzi. Di nuovo al fianco di Garibaldi nella spedizione in Sicilia ne cura gli aspetti organizzativi ed economici, con Enrico Besana dirige il Fondo per il milione di fucili e trova i vapori necessari per le spedizioni che raggiungono i Mille già in Sicilia. Dal 1860 per vent’anni è deputato al Parlamento italiano ed in seguito senatore. Muore nel 1886. Nel 1935 un sommergibile costruito nei cantieri di La Spezia è intestato a Giuseppe Finzi e nel 1937 a questo sommergibile è consegnata la bandiera di combattimento dal Comune di Rivarolo.

Il suo paese natale gli ha dedicato la piazza principale del paese.