ITINERARIO SUD-EST
Un itinerario circolare da percorrere in automobile attraverso Revere, Viadana, Pomponesco, Casalmaggiore, Rivarolo Mantovano e Bozzolo. Ideale per un fine settimana fermandosi per dormire in uno di questi piccoli ma affascinanti luoghi.
A REVERE IL VECCHIO CIMITERO NEL CORTILE DI UNA FABBRICA DI VETRO
A 35 km da Mantova, città fortificata sulle rive del Po. Dal 1332 parte del ducato dei Gonzaga di Mantova. Primo e importante insediamento ebraico dei quarantotto del mantovano, in particolare posizione strategica. Da Revere si imbarcarono il migliaio di ebrei mantovani nel 1630 per sfuggire ai Lanzichenecchi e alla peste. Ammassati su zattere per raggiungere il ducato di Mirandola, assaliti da banditi, naufragarono e morirono in massa. La vecchia sinagoga nella parte fortificata del castello, più volte danneggiata dai soldati acquartierati in città. Abbandonata quando il gruppo divenne esiguo e poverissimo. Rimane un piccolo cimitero nell’attuale via Cavour 8, fuori dall’abitato in direzione di Ferrara. Inglobato in una fabbrica, ormai chiusa, per la lavorazione del vetro, di difficile accesso. Da non perdere il Palazzo ducale, straordinario esempio di rinascimento mantovano (1450-1460). A piazza Castello torre isolata, ultimo resto del castello medioevale. La parrocchiale della Beata Vergine Maria, dedicata all’Annunciazione, con facciata in cotto e affreschi, parzialmente chiusa per danni del terremoto del 2012. Sulle sponde del Po ricostruito il mulino natante, funzionante fino al 1900. Curiosità: Revere è diventato cognome ebraico.
A VIADANA LA GRANDE SINAGOGA INCOMPIUTA
Proloco - via Verdi 6 - tel. 0375 780090. A 45 km da Mantova poco distante dall’argine del Po. Feudo dei Cavalcabò e poi sotto i Gonzaga accolse prestatori ebrei di origine tedesca nel 1443. Vivevano intorno al castello armeria dei Gonzaga, oggi distrutto Cresciuti di numero nel tempo, concentrati alle spalle di piazza Manzoni, nella via Bonomi e il vicolo San Filippo, oggi conosciute come ex ghetto. Una prima sinagoga era all’ultimo piano di via Bonomi 29, in funzione dal 1532 a fine Ottocento. Era una sala oblunga, con fascia alta del muro affrescata da una processione sacrificale di putti. Cinque stacchi, recentemente affrescati, sono al Museo civico Parazzi. Una seconda grande sinagoga, progettata da Carlo Visioli, nella stessa via Bonomi 28-34, è rimasta incompiuta. Forse risultò subito troppo grande per l’esigua comunità locale. È un grande ambiente a piano terra, con monumentale cupola e colonne, segni di matronei mai realizzato al piano ammezzato. Oggi di proprietà privata e parzialmente restaurata, visitabile su richiesta, è stata usata per trent’anni come falegnameria. Il cimitero (il secondo) è in via Paraluppa. Una lapide con iscrizioni ebraiche è esposta al Museo Civico che si trova proprio di fronte all’area del ex Ghetto.
POMPONESCO, AMATA E DESCRITTA DALLO SCRITTORE ALBERTO CANTONI
Residenza di campagna nel XV secolo del marchese (poi conte) Giulio Cesare Gonzaga, doveva sviluppare il nuovo abitato intorno al castello, cinto da mura con quattro torrioni angolari e uno all’ingresso. Il progetto rimase incompiuto quando Giulio Cesare Gonzaga divenne principe di Bozzolo, spostando lì i suoi interessi. Pomponesco rimase centro agricolo, chiuso dall’argine del Po sul lato meridionale della centrale piazza 23 Aprile. Su questa si fronteggiano il palazzo comunale e la Chiesa di S. Felicita. Le costruzioni della piazza e della piazzetta adiacente sono del periodo 1590-1630. In quegli anni, 1558, i fratelli Leone, Angelo e Lazzaro di Colonia e Joseph anche di Colonia aprirono un banco di prestito. L’area era importante per i commerci fluviali in particolare delle granaglie. Le campagne erano però a rischio straripamento dei fiumi. Nel 1607 arrivò la famiglia Cantoni. Questa partecipò attivamente allo sviluppo agricolo dell’area, divenendo poi importante proprietaria terriera. Alberto Cantoni (1841-1904), scrittore e illuminato intellettuale, per testamento lasciò ai poveri di Pomponesco parte dei suoi averi. A lui e alla sorella Giulia è dedicata la via Fratelli Cantoni, in fondo alla quale si trova il cimitero ebraico (curato dal Comune). Sulla stessa via, al numero 15, doveva trovarsi la sinagoga, abbandonata dopo l’ultima guerra. Un busto di Alberto Cantoni si trova sotto il porticato del Comune. A 6 km. dalla cittadina si trova la riserva naturale regionale, la Garzaia di Pomponesco, di grande importanza per flora e fauna.
CASALMAGGIORE, CITTÀ D’ARTE CON VIVACE TIPOGRAFIA EBRAICA
Proloco - piazza Garibaldi 6 - tel. 0375 40039 - casalmaggioreturismo.it. A 40 km da Cremona, su un argine della riva sinistra del Po. Città ricca di tesori artistici sulla scenografica Piazza Garibaldi con il neogotico Palazzo Comunale, il neoclassico Duomo, la cinquecentesca chiesa di Santa Chiara e il neoclassico palazzo Mina. Tipografi ebrei, tra i quali i Soncino, operarono in città insieme a un folto gruppo di prestatori: dieci nuclei familiari di 71 persone, espulsi nel 1597. Rimangono oggi importanti opere tipografiche.
A RIVAROLO MANTOVANO C’È GARIBALDI IN SINAGOGA
A 35 km da Mantova, alla destra del basso corso dell’Oglio. Suggestiva cittadina rinascimentale (www.comune.rivarolo.mn.it/ visita da non perdere) con tre secoli di presenza ebraica. I Gonzaga permisero nel 1522 ai fratelli Joseph, Solomon e Lazzaro, figli di Moses Levi di Rivarolo di aprire un banco. Gruppo infoltito nel tempo con arrivo di commercianti e studiosi. Con il passaggio all’Austria gli ebrei si occuparono per la prima volta di agricoltura e industria. La famiglia Finzi introdusse nuovo metodo di lavorazione della seta. Aprì una manifattura a Bozzolo e uno stabilimento di seta grezza a Rivarolo. In tutta l’area furono piantate 24 mila piante di gelsi per l’allevamento del baco. Giuseppe Finzi, uno dei Martiri di Belfiore, ne faceva parte. Il gruppo viveva nell’edificio cinquecentesco sulla piazza Giuseppe Finzi. Unico cortile, passaggi tra le case anche per arrivare in sinagoga. È una stanza molto ampia, illuminata da cinque finestre, sormontata con cupola-lucernaio. Nel 1903 venduta alla Società di Mutuo Soccorso fra gli operai rivarolesi e divenuta sala di riunioni. Presidente Giuseppe Finzi. Dal 1864 Giuseppe Garibaldi era presidente onorario. Il messaggio di ringraziamento scritto da Caprera è riportato sul muro, nel vano dell’aron, con in alto il ritratto di eroe. Due cimiteri: l’uno più antico presso Porta Brescia (entro le mura) e un secondo presso Porta Mantova (fuori le mura). Nell’atrio della Biblioteca Comunale una lapide di Mosé Finzi, altre invece si trovano di fronte all’ingresso del cimitero cristiano.
A BOZZOLO ACCOGLIENZA E CONVIVENZA TRANQUILLA PER GLI EBREI
A 28 km da Mantova, prezioso borgo progettato nel 1532 da Vespasiano Gonzaga e poi dai nipoti Giulio Cesare e Scipione chiuso tra mura. Accolse gli ebrei Isaac e Angelo Cantoni e Aoria di Ventura e i suoi fratelli, prestatori in contatto con la miriade di piccoli banchi sparsi nelle campagne del mantovano. Gruppo cresciuto improvvisamente nel 1630 con l’arrivo dei seicento fuggiaschi dai Lanzichenecchi dopo il sacco di Mantova. Una sinagoga, che apparteneva alla famiglia Cantoni, era nell’attuale via Bonoldi 10, in pieno centro storico. L’edificio profondamente trasformato negli anni Cinquanta del Novecento, è oggi abitazione. Un piccolo cimitero (il secondo), fuori le mura, è perfettamente restaurato, in via Cremona subito sulla destra dopo il passaggio a livello, venendo dal centro. Ha 26 lapidi di cui 3 del Settecento. Da visitare la centralissima piazza Europa con palazzo municipale, il teatro neoclassico e, poco distanti le chiese di San Francesco (con tomba di Giulio Cesare Gonzaga) e della Santissima Trinità. Su via Matteotti il cinquecentesco palazzo dell’ex Tribunale. Nella parrocchiale di San Pietro, duomo di Bozzolo, con tomba di don Primo Mazzolari (1890-1959), opera di Giacomo Manzù. Nel suo interno di notevole pregio il grande organo.